ISSN: 0393-9464
Registrazione del Tribunale di Milano n. 502 del 24.12.1982
Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa n. 02492 del 22.12.1988 - ROC n. 437
DIREZIONE E REDAZIONE: Gianluca Bocchinfuso, Mario Buonofiglio, Giulio Campiglio, Simonetta Longo, Pancrazio Luisi, Massimo Rizza,
Adriano Rizzo, Lelio Scanavini
REDATTORI ESTERNI: Felice Accame, Sebastiano Aglieco, Antonella Doria, Marco Furia, Antonella Lovisi, Fabio Scotto, Pasko Simone, Marco
Tabellione
DIRETTORE RESPONSABILE: Gianluca Bocchinfuso
ABBONAMENTO
A TRE NUMERI (ANNUALE) € 20 - Un numero € 7 - Numeri arretrati € 8
VERSAMENTI: C/CP N. 52131208
intestato a I DISPARI, v. F.lli Bronzetti 17 - 20129 Milano
BONIFICO a Lelio Scanavini,
IBAN: IT 21 K 03069 01604 100000016566
È anche possibile acquistare la rivista presso alcune
librerie italiane
Per informazioni:
Il Segnale
via F.lli Bronzetti 17, 20129 Milano
email: segnale@fastwebnet.it
La rivista Il Segnale è stata riconosciuta dall'ANVUR come pubblicazione Scientifica nell'Area 10 per i settori di ricerca di Critica letteraria, Letteratura italiana, Filologia e linguistica, Letterature comparate
* Il Segnale è presente in molte biblioteche italiane ed estere, pubbliche e universitarie; ne segnaliamo alcune
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, tutti i numeri de Il Segnale: 1981 -
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, tutti i numeri de Il Segnale: 1981 -
A Milano la Biblioteca comunale centrale "Sormani" ha in catalogo tutti i numeri de Il Segnale: 1981 -
Presso il Centro documentazione di Pistoia è possibile consultare tutti i numeri de Il Segnale: 1981 -
La biblioteca Nazionale Braidense di Milano ha in catalogo vari numeri de Il Segnale
Presso la biblioteca centrale di Sesto San Giovanni sono disponibili le annate de Il Segnale a partire dal n. 96 (2013) -
Nella Biblioteca Civica di Cologno Monzese è possibile consultare le annate a partire dal n. 73 (2006) -
La rivista è letta e consultata dagli studiosi anche all'estero. Tra le altre, la Public Library di New York ha in catalogo i numeri de Il Segnale dall' 1 al 93 (1981 - 2012)
Presso la Biblioteca Statale di Berlino sono disponibili alcuni numeri storici de Il Segnale
* Università americane che hanno in catalogo numeri o pubblicazioni de Il Segnale
Per
la rubrica Scritture parallele del n. 109 del “Segnale” -
Gianluca Bocchinfuso su Yousef Wakkas -
Massimo Rizza su Ágota Kristóf
G. Bocchinfuso firma l’articolo Di guerra in guerra sull’autore siriano Yousef Wakkas: «Questi aspetti – che rimandano alla tipicità narrativa di Wakkas di muoversi dentro dimensioni oniriche e visionarie anche oltre il piano surreale che la letteratura italiana ha scoperto con Dino Buzzati e Tommaso Landolfi – sono la forza del romanzo nel suo essere storia e nell’andare oltre la storia fino a toccare l’immaginazione, dando circolarità inventiva alla narrazione e libertà di scegliere il punto da cui partire e a cui arrivare. Perché questo romanzo lo si può sospendere in più parti. Si può decidere di “non usare” tutti i ventotto capitoli del puzzle storico-narrativo e lasciarsi guidare dall’indole letteraria di Wakkas che spiazza, sospende, riprende, mescola, riattiva. […] Si possono fare inferenze soggettive senza seguirne la concettualizzazione e la lettura critica all’interno di tutta la cornice. Questo è elemento di forza che rimanda anche alla cultura popolare e alla narrazione orale: raccontare, fermarsi, riprendere, ripartire. Una mescolanza di suggestioni e di parole. Con un tema o più temi sempre in divenire.»
M.
Rizza analizza le opere di Ágota Kristóf, e in particolare il racconto
autobiografico L’analfabeta: «La conflittualità con la lingua adottata caratterizza
la sua scrittura in modo del tutto particolare e forse unico nel panorama letterario
europeo. Nei suoi romanzi la cosa che più colpisce è la comune caratteristica
di erranza che contraddistingue quasi tutti i personaggi. Un sentimento di
estraneità che non è solo legato al tempo e ai luoghi ma è una continua
sottrazione all’identità e a tutti i sentimenti umani. Attraverso questo
processo di perdita dell’identità e di spaesamento, l’autrice sembra ritrovare
l’essenzialità della propria perdita. In uno dei testi più conosciuti
L’analfabeta, questi tratti sono dichiarati in una sorta di dolorosa
confessione: «Parlo il francese da più di trent’anni, lo scrivo da vent’anni, ma
ancora non lo conosco. Non riesco a parlarlo senza errori e non so scriverlo che
con l’aiuto di un dizionario da consultare di frequente. È per questa ragione che
definisco anche la lingua francese una lingua nemica. Ma ce n’è un’altra di ragione,
ed è la più grave: questa lingua sta uccidendo la mia lingua materna».